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Stefano Tomassini - Roma, il Papa, il Re. L'unità d'Italia e il crollo dello Stato Pontificio (2011) EPUB/AZW3/PDF Roma, 11 luglio 1855. Antonio De Felici, cappellaio, reo di avere attentato alla vita del segretario di Stato cardinale Giacomo Antonelli, viene giustiziato. Roma, 21 settembre 1861. Cesare Lucatelli, facchino, accusato dell'omicidio di un gendarme durante gli scontri fra i pontifici e la folla il 29 giugno, festa di San Pietro e Paolo, viene giustiziato. Fra le due esecuzioni, fra un popolo e un governo che non ha più autorità su questa terra, il disfacimento dello Stato Pontificio, la fine del potere temporale del papa, l'Unità d'Italia e una città che attende di conoscere il suo destino. Messa troppo spesso in ombra da vicende che già allora occuparono le prime pagine dei giornali italiani ed europei - una su tutte, l'impresa dei Mille di Garibaldi - la storia romana, della città e dello Stato Romano, alla metà dell'Ottocento, dopo la gloriosa quanto breve avventura della Repubblica mazziniana, è poco conosciuta dal grande pubblico. "Roma, il papa, il re" è la cronaca dettagliata, quasi accanita di tutto quel che accadde dentro e attorno a Roma negli anni che portarono alla proclamazione del Regno d'Italia. Ancora una volta, come già in "Storia avventurosa della Rivoluzione romana", Stefano Tomassini incrocia i pensieri e le azioni di Vittorio Emanuele II e Pio IX, Cavour e Napoleone III, Garibaldi e Mazzini, le osservazioni dei forestieri più o meno affezionati, i pregiudizi o le intuizioni dei diplomatici, i vizi e le virtù del clero, gli entusiasmi, le accidie e le ire del popolo. Download Links https://filecrypt.cc/Container/95C33BDAB0.html https://www.keeplinks.org/p45/5e3aae4f71f5d
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Luigi Einaudi - La guerra e l'unità europea (1985) EPUB/AZW3/PDF Nel 1918, quando infuriava ancora la guerra, Luigi Einaudi pubblicò sul «Corriere della Sera» un memorabile articolo per mettere in guardia i fautori della Società delle Nazioni che essa sarebbe stata non uno strumento di pace, come tutti pensavano, bensì un paravento dietro il quale potevano agire indisturbati i fautori della guerra. In poche pagine di rara chiarezza Einaudi aveva saputo andare alla radice del problema denunciando le vere cause della guerra e indicando nella federazione la sola via per costruire una pace duratura. Nessuno lo ascoltò, ma Einaudi mantenne fermo il suo punto di vista che trovò una tragica conferma nella corsa agli armamenti scatenatasi fra le due guerre e nello scoppio del secondo conflitto mondiale. Mentre l'Europa era devastata dagli eserciti di Hitler, Einaudi maturò la convinzione che, una volta cessate le ostilità, sarebbe stato necessario creare una Federazione europea per garantire la pace e la prosperità degli abitanti del vecchio continente. continente. Lo scoppio della bomba atomica lo indusse, a trent'anni di distanza, a riprendere il profetico articolo del 1918 concludendo il suo scritto «Chi vuole la pace?» con queste parole ammonitrici: «Quando noi dobbiamo distinguere gli amici dai nemici della pace, non fermiamoci alle professioni di fede, tanto più clamorose quanto più mendaci. Chiediamo invece: volete voi conservare la piena sovranità dello stato nel quale vivete? Se sì, costui è nemico acerrimo della pace. Siete invece decisi a dare il vostro voto, il vostro appoggio soltanto a chi prometta di dar opera alla trasmissione di una parte della sovranità nazionale ad un nuovo organo detto degli Stati Uniti d'Europa? Se la risposta è affermativa e se alle parole seguono i fatti, voi potrete veramente, ma allora soltanto, dirvi fautori della pace. Il resto è menzogna». Download Links https://filecrypt.cc/Container/AA6AA51238.html https://www.keeplinks.co/p45/5cc8559895a7c