Enrico Bellone - Caos e armonia. Storia della fisica moderna e contemporanea (1990)
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Galileo Galilei pubblicò il Sidereus Nuncius nel1610, e la prima edizione dei Principia newtoniani vide la luce nel1687 : un arco breve d'anni, insomma, separa l'avvio dell'esplorazione astronomica dall'esposizione del programma newtoniano di matematizzazione dei fenomeni di moto osservabili sulla Terra e nel cielo. Quell'arco diventa tuttavia brevissimo qualora lo si confronti con i tempi lunghi che caratterizzarono l'attività scientifica d'Occidente nell'era pregalileiana. Nel dodicesimo secolo la rinascita di un sapere sulla natura era stata favorita dalla crescente diffusione di testi greci e arabi, e la cultura cominciò effettivamente a rifiorire in alcune università come quelle di Bologna o di Parigi. Quel processo tuttavia richiese secoli e non anni. Esso si fondò principalmente sullo studio dell'opera logica e scientifica di Aristotele, e intere generazioni di filosofi furono impegnate nel rendere quell'opera conforme alle esigenze della teologia: un impegno gravoso, se si pensa che Aristotele aveva sostenuto l'eternità del mondo (sollevando problemi a proposito della creazione), che i processi osservabili in natura sono governati da regolarità immutabili e necessarie (un punto di vista, questo, non facilmente concordabile con la fede nei miracoli) , o che l'anima non è in grado di sopravvivere ai corpi.
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